Caldaie: tutti i modelli in commercio e quale consuma meno
Una caldaia è la parte più importante di un sistema di riscaldamento centralizzato, in quanto mantiene i termosifoni in funzione e riscalda l’acqua per rubinetti, docce e vasche da bagno.
C’è una grande varietà di caldaie a gas sul mercato, e funzionano tutte più o meno allo stesso modo: riscaldando il gas per riscaldare la tua casa. Questo gas può entrare in caldaia in due modi diversi: tramite allacciamento ad una rete o tramite una bombola di GPL.
Esistono anche le caldaie elettriche o quelle a biomassa, vediamo insieme tutti i modelli che esistono in commercio.
Quali sono tutti i modelli di caldaie in commercio
Caldaia elettrica
Le caldaie elettriche sfruttano l’elettricità per produrre calore, grazie al cosiddetto effetto Joule.
A differenza di altre caldaie, non c’è combustione e quindi non ci sono i fumi di scarico. Proprio per questo, l’installazione è semplice, poco costosa e può essere effettuata in qualsiasi ambiente della casa.
Con le caldaie elettriche l’impatto ambientale è ridotto, visto che non vi sono emissioni di CO2 e di monossido di carbonio, la manutenzione è ridotta e possono essere abbinate ad un impianto fotovoltaico.
L’unico inconveniente riguarda i consumi ed i costi: le caldaie elettriche aumentano i consumi di elettricità, facendo lievitare i costi della bolletta della luce.
I prezzi possono variare da un minimo di 100 euro ad un massimo di 1.500 euro, a seconda della potenza impiegata. Inoltre, pur essendo eccellenti per piccole case o appartamenti con una sola camera da letto, raramente possono soddisfare richieste più elevate di riscaldamento e acqua calda in proprietà più grandi.
Caldaia a condensazione
Le caldaie a condensazione sfruttano una particolare tecnologia capace di riutilizzare il calore convogliato nella canna fumaria, garantendo in questo modo un alto rendimento ed un considerevole risparmio in bolletta.
Inoltre, le caldaie a condensazione riducono i consumi e le emissioni nocive, rappresentando una soluzione validissima per salvaguardare l’ambiente e rendere possibile una vera sostenibilità.
In che modo?
In una caldaia non a condensazione, i gas caldi vengono rilasciati dopo il primo ciclo. Ciò significa che molta anidride carbonica, “gas serra” prevalente, viene scaricata nell’ambiente, contribuendo al riscaldamento globale. Tuttavia, una caldaia a condensazione riutilizza questo gas e, di conseguenza, le emissioni sono molto inferiori. Una caldaia a condensazione può prelevare energia, almeno il doppio, dagli stessi gas sprigionati da un solo passaggio di calore. Ciò significa che utilizza meno energia per produrre il calore e l’acqua calda di cui la casa ha bisogno. Un minor consumo di energia riduce l’impronta di carbonio e la dipendenza dai combustibili fossili.
Da H20 Italia potrete trovare una vasta scelta di caldaie a condensazione delle migliori marche per realizzare un vero risparmio energetico.
Pompa di calore
La miglior soluzione per liberare la propria abitazione dal riscaldamento a gas.
Le caldaie con pompa di calore prelevano energia termica dall’esterno (acqua, aria, sottosuolo) e la utilizzano per riscaldare l’ambiente o produrre acqua calda sanitaria.
Questa tipologia di caldaia utilizza soltanto l’energia elettrica necessaria all’attivazione del compressore e degli altri componenti.
Tra i vari modelli si possono trovare i sistemi aria-acqua (con prezzi fino a 10 mila euro), sistemi aria-aria (con prezzi compresi tra 2.000 ed 8.000 euro) e geotermici (i prezzi arrivano fino a 20mila euro).
Caldaia a biomassa
La caldaia a biomassa funziona attraverso l’utilizzo di pellet o legna, i quali vengono bruciati per riscaldare l’ambiente.
Esistono modelli che prevedono i termoconvettori, con prezzo compreso tra 1000 e 4.000 euro, ad impianti con sistema radiante (in questo il prezzo può arrivare fino a 10 mila euro).
Le caldaie a biomassa hanno bisogno di costante manutenzione (devono essere pulite quotidianamente), comportano la disponibilità di un ambiente spazioso in cui depositare il combustibile e producono comunque emissioni nocive, come CO2 e polveri sottili
Read More7 consigli per essere più sostenibili anche in ufficio
La sostenibilità, intesa come condizione di sviluppo capace di garantire il soddisfacimento dei bisogni dell’attuale generazione senza che però siano condizionate negativamente le generazioni future, è un tema ormai ampiamente dibattuto, che abbraccia ogni campo della società civile.
Nel lavoro, un numero sempre maggiore di aziende sta concentrando gli sforzi sulla questione ecologico ambientale, non solo per gli aspetti legati alla produzione (attraverso una serie di azioni mirate, ad esempio, alla riduzione delle emissioni nocive), ma anche attraverso una sensibilizzazione generale dei dipendenti, che vengono spinti ad un utilizzo più responsabile sia dei luoghi che degli strumenti di lavoro.
In questo articolo vedremo 7 accorgimenti che possono essere adottati in qualunque ufficio al fine di ridurre l’impatto ambientale ed aumentare la sostenibilità.
1 Adotta nuove abitudini
Il primo concetto, molto generale, dovrebbe prevedere un ripensamento completo delle normali abitudini di vita quotidiana.
Come punto di partenza si consiglia quindi un’analisi dei comportamenti normalmente adottati, in modo da individuare cosa cambiare in funzione di una maggiore sostenibilità.
Come recita un vecchio adagio, un primo passo conduce al secondo.
2 Fai la raccolta differenziata
La raccolta differenziata fa parte delle abitudini domestiche da anni, quindi perché non estenderla anche all’ufficio?
Utilizzare i contenitori per la raccolta differenziata sul posto di lavoro garantisce un corretto smaltimento dei rifiuti, per un pianeta sempre più sostenibile.
Se la vostra azienda non li ha ancora implementati, parlatene con il datore di lavoro.
3 Usa borracce plastic free
Ridurre l’uso della plastica rappresenta sempre una soluzione valida per ridurre l’inquinamento ed aumentare la sostenibilità.
Per questo, invece di acquistare acqua in bottiglia, utilizzate borracce in vetro o in alluminio.
Oltre a ridurre gli sprechi ed il consumo di plastica, potrete anche risparmiare. E per quanto riguarda l’acqua da bere gli erogatori da ufficio sono estremamente facili da installare e da mantenere. Basta un rubinetto per fare un’ allacciamento diretto dell’acqua. Dopo l’installazione iniziale, la maggior parte richiede solo un appuntamento di assistenza annuale per verificare la presenza di problemi operativi e sostituire il filtro.
4 Usa detersivi ecologici
Per essere green al 100%, una buona abitudine potrebbe riguardare l’acquisto di detersivi biodegradabili ed ecosostenibili, in luogo dei classici detergenti commerciali
I prodotti alla spina sono un’ottima soluzione: sono ecologici, convenienti e non arrecano danno alla salute delle persone.
Nei punti vendita H20 Italia potete trovare un’ottima linea di detersivi alla spina, date un’occhiata qui.
5 Usa contenitori riciclabili
Se preferite portarvi il pranzo da casa, dite no ai contenitori usa e getta.
Per la pausa pranzo, al posto di piatti, posate, bicchieri e contenitori in plastica, scegliete elementi in vetro, ceramica o realizzati in materiali riciclabili.
In questo modo si ridurrà l’utilizzo della plastica e si potranno abbattere i costi.
6 Risparmia energia
Per rendere possibile un reale risparmio energetico, bisogna prestare maggiore attenzione e ridurre gli sprechi.
In ufficio l’uso della tecnologia è all’ordine del giorno, tra computer, monitor ed altri device elettronici, ed un utilizzo più consapevole permetterà un notevole risparmio in termini energetici.
Spegnete il PC quando non viene utilizzato, settate lo stand by per lo spegnimento del monitor e cercate il più possibile di sfruttare la luce naturale per evitare di accendere continuamente le luci artificiali.
7 Prediligi lo Smart working
L’ultimo consiglio porta all’ennesima potenza la sostenibilità da ufficio, visto che si resta direttamente a casa.
Lavorando dalla propria abitazione si riduce l’inquinamento prodotto dagli spostamenti in auto o in moto verso il posto di lavoro, ed ovviamente si possono ridurre le problematiche legate ai punti precedenti dell’articolo.
Parlatene con il vostro datore di lavoro e cercate di trovare un compromesso sul numero di giorni in cui adottare lo smart working.