
Qual è l’impatto ambientale dell’uso dell’acqua in bottiglia?
Tra le varie tematiche di natura ambientale, il consumo di plastica è sicuramente uno dei più importanti.
La plastica è infatti uno dei materiali più utilizzati al mondo, impiegata in tantissimi settori: alimentare, cosmetico, edilizio, farmaceutico ed automobilistico sono solo alcuni dei campi di applicazione.
La plastica si presta a tantissimi usi e tipologie di lavorazione, a partire dall’utilizzo primario, quello del confezionamento.
E proprio di confezionamento si occupa questo articolo, in cui si prenderà in esame l’impatto ambientale generato dal consumo di acqua in bottiglie di plastica.
Acqua in bottiglia ed impatto ambientale
Rispetto all’acqua del rubinetto, l’acqua in bottiglia ha un impatto ambientale enormemente superiore.
Le stime di questa differenza hanno evidenziato dati allarmanti: l’acqua in bottiglie di plastica genera danni ambientali 3.500 volte superiori rispetto alla controparte del rubinetto.
I danni principali riguardano l’inquinamento, con i relativi danni all’ambiente ed alla salute delle persone, ed i costi di produzione.
Vedremo ora alcuni dati generici, affiancati da altri riguardanti gli Stati Uniti d’America, tra i primi consumatori d’acqua in bottiglie di plastica.
Diversi studi (come i lavori svolti dal Container Recycling Institute per gli USA) hanno evidenziato quanto segue:
- Gli americani consumano oltre il 25% delle risorse naturali del pianeta e la produzione di acqua in bottiglia consuma 17 milioni di barili di petrolio all’anno (stessa quantità che servirebbe per riempire di carburante un milione di automobili all’anno).
- Le bottiglie in plastica vengono realizzate con un prodotto petrolifero, il polietilene tereftalato (PET), che richiede enormi quantità di combustibili fossili per la produzione ed il trasporto.
- Negli Stati Uniti, ogni secondo circa 1000 persone aprono una bottiglia di plastica, ed ogni giorno ne vengono gettate via più di 60 milioni, destinate a marcire nelle discariche, per le strade, nei parchi e nei corsi d’acqua. Solo il 12% verrà riciclato.
- Per consegnare l’acqua in bottiglia, sulle strade americane ogni settimana viaggiano circa 40 mila camion a 18 ruote.
- Il consumo di acqua in bottiglie di plastica è in costante aumento in tutto il mondo, soprattutto nei paesi a medio e basso reddito. Negli USA, il consumo aumenta del 10% ogni anno.
- Una bottiglia in plastica impiega fino a 1000 anni per decomporsi, periodo nel quale rilascerà nell’ambiente sostanze tossiche e nocive per la salute.
- Le tossine rilasciate per la decomposizione possono causare problemi di fertilità e tumori.
Quali sono le alternative
Soluzioni diverse esistono e sono alla portata di tutti.
Il segreto risiede in cambio di mentalità, una piccola rivoluzione culturale che, modificando alcune pessime abitudini, potrà migliorare la vitta di tutto il pianeta.
Ecco come eliminare l’uso della plastica per le bottiglie d’acqua:
- Utilizzare l’acqua del rubinetto, che inoltre possiede un gusto migliore e viene sottoposta a regolari controlli.
- Impiegare bottiglie in acciaio o in alluminio, preferendole a quelle in plastica
- Acquistare un erogatore d’acqua, in modo da avere una maggiore qualità dell’acqua, migliorandone anche il gusto, eliminerà il cloro, ridurrà alcuni metalli pesanti e non permetterà la proliferazione di alghe e batteri. Inoltre in questa pagina troverete anche alcuni kit di microfiltrazione con soluzioni semplici per trattare l’acqua di casa.
- Aumentare la consapevolezza delle persone vicine, cercando di coinvolgere amici e parenti nella lotta alla plastica.
- Riciclare le bottiglie in plastica, gettandole negli appositi contenitori.
Poche e semplici idee, accessibili a chiunque, che potranno rendere il mondo un posto più pulito e sostenibile in cui vivere.
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Come eliminare il calcare dall’acqua?
Il calcare è uno dei nemici più temuti all’interno delle mura domestiche, capace di generare diversi problemi.
I depositi di calcare possono facilmente intaccare lavelli, rubinetti, sanitari, lavatrici, lavastoviglie, bicchieri e pentole in vetro, caldaie, ferri da stiro, bollitori elettrici macchine del caffè e così via, compromettendo sia l’estetica delle superfici (tramite la formazione di macchie ed incrostazioni) che la funzionalità degli elettrodomestici (danneggiandoli irrimediabilmente, quindi consumeranno di più e dureranno di meno).
I metodi tradizionali per la rimozione del calcare prevedono l’utilizzo di prodotti specifici, come i classici anticalcare, disponibili nei supermercati o nei negozi di casalinghi (ne esistono tantissimi tipi, dai più economici ai più costosi), oppure l’impiego di rimedi naturali, che possono contemplare l’uso singolo o combinato di una serie di ingredienti facilmente reperibili in qualsiasi abitazione, quali aceto, bicarbonato, limone, sale e cetriolo.
In questo articolo ci occuperemo invece dell’azione preventiva che è possibile operare nei confronti del calcare, come per esempio l’utilizzo di un addolcitore d’acqua, come quelli venduti dall’azienda H2O, che può ridurre i minerali che creano durezza dell’acqua.
La formazione del calcare
I tipici depositi di calcare che si formano sulle superfici ed all’interno degli elettrodomestici sono il risultato di una concentrazione molto elevata di sali di calcio e di magnesio all’interno dell’acqua domestica.
La caratteristica che determina questa concertazione di sali (che può essere più o meno elevata) viene chiamata durezza.
Il Ministero della Salute, nel definire i parametri per le acque potabile, definisce la durezza dell’acqua in questo modo:
“Con il termine durezza viene tradizionalmente indicata la misura della capacità di un’acqua di reagire con il sapone; un’acqua con un elevato grado di durezza richiede una maggiore quantità di sapone per produrre schiuma. La durezza di un’acqua è principalmente ricondotta al contenuto di sali di calcio e magnesio, presenti in forma di carbonati, bicarbonati, solfati, cloruri e nitrati, e dipende dall’origine superficiale o profonda delle acque e dalla geologia dell’area di captazione.
Nelle acque naturali, in particolare in quelle sotterranee, sono generalmente riscontrabili concentrazioni di calcio superiori a 100 mg/L ; il magnesio invece è presente in concentrazioni minori (generalmente fino ad un massimo di 50 mg/L).
Il parametro durezza non è presente nella Dir. 98/83 CE; il suo recepimento nazionale D. Lgs 31/2001, invece, riporta un valore di parametro consigliato nell’intervallo tra 15-50 °F (gradi francesi, dove un grado rappresenta 10 mg di carbonato di calcio (CaCO3) per litro di acqua); il limite inferiore vale per le acque sottoposte a trattamento di addolcimento o di dissalazione.”
Nel prossimo paragrafo vedremo in che modo sia possibile contrastare la formazione di calcare nelle nostre abitazioni.
La riduzione del calcare
Vista la definizione di durezza dell’acqua, ne consegue che ad un elevata concentrazione di calcio e magnesio seguirà una maggiore durezza dell’acqua.
Dunque, per prevenire la formazione dei depositi di calcare bisognerà ridurre la durezza dell’acqua, andando a restringere la presenza di calcio e magnesio al suo interno.
Come perseguire questo obiettivo? Utilizzando dei sistemi per il trattamento delle acque domestiche, i cosiddetti addolcitori.
Gli addolcitori sono strumenti studiati per la riduzione del calcare, e la loro azione è mirata alla diminuzione della durezza dell’acqua.
L’addolcitore trattiene gli ioni di calcio ed il magnesio, e restituisce un’acqua meno calcarea e meno dura.
Il Decreto 21 dicembre 1990, n.443 (Regolamento recante disposizioni tecniche concernerti apparecchiature per il trattamento domestico di acque potabili) definisce così gli addolcitori (articolo 2, Terminologia):
“Gli addolcitori a scambio ionico sono quelle apparecchiature atte a sostituire gli ioni costituenti la durezza dell’acqua con ioni di sodio, allo scopo di diminuire o eliminare la formazione di depositi calcarei consentendo un risparmio energetico e una riduzione nell’impiego di detersivi”
L’articolo 4 (Condizioni di carattere speciale) del suddetto decreto approfondisce la questione: “Addolcitori a scambio ionico. Per detti addolcitori debbono venire osservate le ulteriori seguenti condizioni:
a) le apparecchiature devono essere dotate di un dispositivo per la rigenerazione automatica, che deve venire effettuata almeno ogni quattro giorni;
b) le apparecchiature devono essere dotate di un sistema automatico di autodisinfezione durante la rigenerazione; in difetto, le apparecchiature devono essere dotate di un idoneo sistema di post-disinfezione continua;
c) qualora per i sistemi di autodisinfezione o di post-disinfezione siano previste modalità’ diverse dall’impiego del cloro o di suoi composti (nonché’ dell’impiego di lampade a raggi U.V., limitatamente alla post-disinfezione), dette modalità’ dovranno essere approvate dal Ministero della sanità’ sulla base della rispondenza al protocollo sperimentale di cui all’allegato I;
d) le apparecchiature devono essere dotate di un sistema di miscelazione dell’acqua originaria con quella trattata al fine di mantenere la durezza ai punti d’uso nell’ambito di quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 236/1988, ed il contenuto in sodio ioni non eccedente complessivamente il limite di 150 mg/1 come Na;
e) le resine e gli altri scambiatori di ioni devono rispondere alle prescrizioni previste per i tipi utilizzati nel campo alimentare”.
Grazie all’impiego di un addolcitore come quelli venduti dall’azienda H2O Italia sarà possibile preservare superfici, stoviglie ed elettrodomestici dai depositi calcarei, evitando in questo modo incrostazioni, macchie e malfunzionamenti.
Inoltre, l’azione preventiva nei confronti del calcare eviterà inutili sprechi di tempo e di denaro: eliminando il problema alla radice, non bisognerà pulire i depositi di calcare e non si dovranno acquistare i prodotti anticalcare, inoltre diminuirà l’utilizzo di detersivi e detergenti.
Gli addolcitori H2O Italia sono formati da una struttura solida e da materiali di qualità che garantiscono affidabilità e funzionalità nel tempo, permettendo al cliente di risparmiare in termini di tempo e costi. Come tutti gli apparecchi per il trattamento delle acque potabili, anche gli addolcitori necessitano di regolare manutenzione, in questo caso l’azienda svolge un importante servizio in cui supporta il cliente in una corretta conduzione e manutenzione degli impianti, ricordando anche a cadenza fissa le operazioni da mettere in atto per la conservazione e il loro funzionamento ottimale.
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5 motivi per cui dovresti bere acqua del rubinetto
L’acqua rappresenta la risorsa più importante del pianeta, fondamentale per qualsiasi forma di vita. Animali, piante e l’umanità intera non potrebbero vivere senza, ed il pianeta stesso, in assenza di acqua, sarebbe destinato a terminare il proprio ciclo vitale.
Nonostante l’importanza che viene riconosciuta all’acqua, quella che sgorga dai rubinetti, spesso, gode di cattiva fama, ed è opinione molto diffusa che sia di qualità scadente, quindi da evitare.
In realtà, l’acqua del rubinetto rappresenta una grandissima risorsa, accessibile per chiunque e con grandissimi vantaggi rispetto all’acqua in bottiglia. Inoltre preferire l’acqua in bottiglie di plastica comporta danni ambientali 3.500 volte superiori rispetto all’opzione acqua del rubinetto.
In questo articolo osserveremo 5 buoni motivi per cui bisognerebbe sempre bere l’acqua del rubinetto in luogo di quella in bottiglia.
Vediamoli insieme.
1 Salute
La prima motivazione riguarda la salute.
L’acqua pubblica, che viaggia negli acquedotti ed arriva nelle abitazioni, viene continuamente sottoposta a controlli ed esami che ne attestano la qualità, rendendola sicura, sana e perfettamente potabile.
Per questo motivo, sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità che enti pubblici e privati ne consigliano il consumo, preferendola all’acqua in bottiglia.
2 Gusto
La seconda motivazione riguarda la bontà dell’acqua del rubinetto.
Infatti, in tantissime località, l’acqua del rubinetto ha un sapore ottimo (in Italia, città come Caserta, Aosta e Perugia hanno il primato, mentre nel mondo possiamo menzionare Monaco, Stoccolma e Madrid).
Esistono comunque realtà dove il gusto dell’acqua potrebbe risultare scadente o addirittura pessimo, me è un problema che può essere facilmente aggirato: basterà utilizzare alcuni aromi naturali alla nostra brocca per migliorare il sapore dell’acqua (zenzero, curcuma, agrumi, frutti rossi e tropicali), oppure utilizzare un filtro specifico con un erogatore oppure un’osmosi, che sarà in grado di filtrare l’acqua ed aumentarne qualità e sapore.
3 Risparmio
L’acqua del rubinetto consente di realizzare un grande risparmio economico, visto che costa molto meno rispetto all’acqua in bottiglia, se contiamo che 1000 litri d’acqua costano circa 1 euro e 50 comprese le tasse.
Anche utilizzando apparecchi e sistemi di filtraggio (con la relativa manutenzione INDISPENSABILE inerente la sostituzione dei filtri, e delle bottiglie riutilizzabili) i costi saranno decisamente inferiori rispetto all’acquisto continuo di acqua in bottiglia aiutando il nostro AMBIENTE.
4 Ambiente
Uno degli ultimi motivi, ma non per importanza, che dovrebbe spingere le persone a consumare l’acqua del rubinetto strizza l’occhio all’ambiente, ed ha come obiettivo una maggiore sostenibilità.
L’acqua del rubinetto raggiunge le abitazioni in modo efficiente, con un impatto ambientale minimo rispetto alle acque in bottiglia: non c’è il trasporto (vengono eliminate le emissioni inquinanti da parte dei veicoli che trasportano l’acqua in bottiglia) e non viene impiegata la plastica che viene ricavata dal petrolio per realizzare le bottiglie (i rifiuti in plastica stanno alterando e compromettendo sempre di più il pianeta, danneggiando ecosistemi ed oceani).
5 Comodità
Il rubinetto è una fonte inesauribile di acqua: esiste qualcosa di più comodo e conveniente?
Quando si ha necessita di bere, cucinare, preparare un tè o un caffè ed annaffiare le piante ed i fiori, l’acqua del rubinetto sarà sempre disponibile: basterà aprire il rubinetto, senza acquistare, caricare, scaricare o gettare via le bottiglie di plastica necessarie all’adempimento di queste attività.
Nel caso in cui si utilizzino filtri specifici meglio ancora con un erogatore, oppure un’osmosi, bisognerà preoccuparsi di sostituire i relativi filtri, eliminando le necessità giornaliere o settimanali legate al consumo di acqua in bottiglia.
In commercio ce ne sono di moltissimi tipi, come quelli offerti dall’azienda H2O Italia, che svolgono azioni specifiche nei confronti dell’acqua; inoltre l’azienda svolge un importante servizio in cui supporta il cliente in una corretta conduzione e manutenzione degli impianti.
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5 consigli per fare un bucato davvero ecologico
Fare il bucato è un’operazione potenzialmente molto inquinante, capace di consumare un grande quantitativo di risorse.
Questo perché nel processo si consumano notevoli quantità di acqua e di energia elettrica, e vengono rilasciate nell’ambiente un gran numero di sostanze nocive e di microplastiche.
Per realizzare un bucato ecologico, che possa rispettare l’ambiente e generare anche un risparmio in bolletta, sarà necessario cambiare alcune abitudini.
I comportamenti sbagliati infatti danno luogo a consumi maggiori, mentre l’impiego di prodotti aggressivi avrà effetti negativi non solo sulla pelle delle persone e sui capi d’abbigliamento, ma anche sul pianeta.
In questo articolo vedremo 5 consigli per realizzare un bucato ecologico, che possa rispettare l’ambiente e limitare i consumi.
1 Fare il bucato quando è veramente necessario
Il modo più semplice ed immediato per ridurre l’impatto economico ed ambientale del bucato è farlo solo quando si ha reale necessità, lavando i vestiti quando sono davvero sporchi.
Alcuni capi, messi magari solo per qualche ora, non andranno per forza lavati: basterà posizionarli all’esterno, facendogli prendere un po’ d’aria.
In questo modo si faranno meno lavatrici e si potranno ridurre consumi ed inquinamento.
2 Lavare a freddo
Quando si utilizza la lavatrice per fare il bucato, la maggior parte dell’energia elettrica che viene impiegata (circa il 90%) serve a riscaldare l’acqua durante le fasi di lavaggio.
Per ridurre gli sprechi energetici, il metodo più efficace risiede nell’impostare il lavaggio con acqua fredda (tranne nei casi di sporco particolarmente ostinato, dove l’uso dell’acqua calda è davvero imprescindibile).
Utilizzare l’acqua a bassa temperatura comporta anche altri vantaggi: mantiene i colori più vivi ed evita che i capi si restringano troppo.
3 Utilizzare prodotti ecologici
Per un lavaggio ecosostenibile bisognerà utilizzare i prodotti giusti, che siano poveri di agenti chimici (candeggina, cloro, fosfati) e risultino totalmente biodegradabili, ecologici ed ecocompatibili.
Il consiglio è di leggere bene le etichette presenti sui vari detersivi, ed acquistare quelli che riportino i marchi eco e bio, come quelli in vendita da H2o i cui prodotti sono alla spina e ricaricabili, e nikel tested, phoshate free, 100% biodegradabile, non contengono formaldeide, edta e cloro.
4 Asciugare i capi naturalmente
Rinunciare all’asciugatrice può essere un sacrificio, perché si tratta di un elettrodomestico indubbiamente molto utile.
Però, soprattutto in estate, bisognerà approfittare delle belle giornate per far asciugare i vestiti all’aperto, utilizzando balconi, terrazzi e giardini. Un metodo sicuramente antico, ma decisamente naturale, sostenibile ed economico.
5 Acquistare elettrodomestici più preformanti
Il tipo di elettrodomestico, ed in particolar modo la sua classe energetica, influisce in maniera considerevole sulle prestazioni ed i consumi.
Una lavatrice di classe A, A+, A++ ed A+++ permette di realizzare un grandissimo risparmio energetico, abbattendo consumi, costi ed inquinamento.
Ulteriori considerazioni
Fare il bucato in modo ecologico è possibile, e come abbiamo visto sarà sufficiente apportare alcuni cambiamenti nella routine quotidiana.
Per concludere, ecco qualche altro utile suggerimento:
- Lavare a pieno carico – Non utilizzare la lavatrice per pochi abiti, in modo da ottimizzare tempo e consumi
- Prestare attenzione alla quantità di detersivo – Troppo detersivo riduce l’efficienza della lavatrice e produce maggiore inquinamento
- Sporcare meno per lavare meno – Attraverso una maggiore cura dei capi d’abbigliamento, con un utilizzo più attento degli stessi, sarà possibile fare meno lavatrici
Inoltre chi installa un addolcitore d’acqua potrà sia ridurre il calcare che risparmiare sui consumi della corrente elettrica usata per la lavatrice, poiché il calcare, depositandosi sulle serpentine, fa consumare più energia elettrica. Ma la cosa non meno importante, è che con un addolcitore si potrà usare fino al 50 % in meno di detersivo rendendo l’acqua meno dura.
In questo modo, fare il bucato sarà un processo decisamente più sostenibile, sia per l’ambiente che per le proprie tasche.
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